La preparazione professionale si basa su due elementi: l’apprendimento teorico di una disciplina e la sua pratica. Grazie all’apprendistato molti studenti ottimizzano il tempo investito nella formazione non soltanto acquisendo nozioni teoriche, bensì praticando e, dunque, acquisendo esperienza sul campo.

Assumere un giovane, pertanto, non significa necessariamente sprecare tempo per la formazione, bensì inserire nel proprio organico professionisti già in grado di lavorare e di rispondere agli obiettivi aziendali. I giovani sono, altresì, pieni di entusiasmo e riescono ad apprendere con rapidità nuove nozioni e competenze. Ogni azienda è portatrice di propri valori, di propri modelli operativi, di politiche interne che rendono ogni realtà unica.

Assumere un giovane significa avere la possibilità di trasmettere quei valori, di avere la possibilità di “educarlo” al modus operandi della propria azienda. Significa anche creare un rapporto di stima, di fiducia, seminare terreno fertile per il futuro, perché il giovane di oggi sarà un esperto di domani, sarà colui che apporterà valore aggiunto all’azienda, al business, all’ immagine.

Dal punto di vista economico può essere un investimento sicuro, perchè non vantando l’esperienza di un “veterano”, avrà di conseguenza un salario commisurato alle sue capacità, che aumenterà progressivamente solo proporzionalmente al grado di competenze e di autonomia acquisiti. Questo elemento da un lato sprona il neo-assunto ad impegnarsi per migliorare costantemente e dall’altro lato consente all’azienda di valorizzare la propria risorsa in base ai risultati ottenuti. Dinamiche che non sono attuabili con lavoratori “esperti”. Un giovane pertanto può garantire la continuità aziendale proprio in forza della sua età e della sua ricettività.